Si tratta della riproduzione tridimensionale, che imita il calco di due giovani individui seduti con le spalle l’uno contro l’altro, entrambi guardano il proprio telefono che tengono in mano.

I calchi vogliono richiamare l’idea di una Pompei del futuro, per cui questi corpi sono stati rinvenuti, dopo circa tre secoli da ora, in uno scavo nella zona di Malagrotta.

Vittime dell’esplosione della discarica dell’aprile del 2030. I giovani sono fermi nella loro posa rilassata “forse hanno un rapporto di tipo amoroso” dice la voce perché le due schiene si toccano.

I resti dei giovani si sono decomposti lasciando spazio alla plastica che ha riempito le cavità. Rimane la fissità dell’attimo dell’esplosione, infatti sono rimasti imperturbabili difronte ai propri schermi mentre le esalazioni tossiche li uccidevano.

Questa narrazione e altre informazioni dal futuro saranno proiettate su di uno schermo olografico, perché nostro intento è riprodurre uno spazio museale del futuro.